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Scifì

Questo piccolo centro agricolo è sorto sui fianchi di una breve vallata a forma di scifo che, a quattro chilometri di distanza dal mare, è affluente di destra della fiumara Agrò, e fronteggia il monumento-monastero dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, ubicato sulla sponda sinistra della fiumara stessa, nel Comune di Casalvecchio Siculo. Scifì Dalle famiglie sparse di contadini, venuti nella seconda metà del XIX secolo da altri Comuni, all'inizio del XX secolo si passava alla costruzione di un nucleo di alcune case riunite nella parte più bassa della vallata, a un'altezza di 150 metri sul livello del mare. Un pò dopo la seconda guerra mondiale il piccolo "quartiere" è stato riconosciuto a tutti gli effetti frazione del Comune di Forza D'Agrò. In seguito veniva dotato di istituzioni e servizi per gli allora 550 abitanti che, gradatamente, lasciavano le colline e si avvicinavano al centro, soprattutto grazie ai risparmi degli emigrati nei paesi dell'America. A favorire l'agglomerato urbano era il passaggio casuale della strada provinciale, costruita nei primi anni Cinquanta, per collegare i paesi collinari (Limina, Antillo e Roccafiorita) con la ferrovia e la S.S. 114, lungo la riviera marina di Sant'Alessio Siculo, per Messina e per Catania. Scifì Nel 1987 a Scifì durante alcuni scavi effettuati poco prima dell’arrivo in paese, nei pressi del cimitero cittadino, si notarono alcuni segni del passato sepolto ormai da quasi un millennio di sedimenti. La storia vuole ricondurre a questi resti del passato l’antico monastero dei santi apostoli Pietro e Paolo d'Agrò. L’attuale monastero dei Santi Apostoli Pietro e Paolo D'Agrò infatti, fatto "ricostruire" dai Normanni nel XII secolo, all'origine si trovava sulla sponda destra della fiumara, proprio dove è sorto Scifì. Qui, nel sito stesso indicato dalle tradizioni, quell'anno sono riemersi i muri dell'originario monastero. I reperti studiati durante le prime due campagne di scavo, sono risultati di epoca romano-bizantina e sono stati datati tra il I secolo a.C. ed il V secolo d.C.. A suo tempo vi erano stati sotterrati, assieme ad un intero "paese", da una catastrofica alluvione. Poi, mentre il paese si assottigliava sino a scomparire per parecchi secoli, le strutture di carattere religioso venivano ricostruite nel nuovo sito e diventavano un importantissimo centro d'interesse per tutta la Sicilia.

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