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Il Castello Normanno

castello Il paesaggio dell'Italia meridionale Normanna fu caratterizzato dalla presenza di un numero elevato di castelli. Si trattava di vecchie fortificazioni che i Normanni avevano conquistato e reso funzionali. Anche il castello di Forza d'Agrò, chiamato castello Argano, appartiene al periodo Normanno. Simbolo della cittadina forzese, si attribuisce la sua costruzione al conte Ruggero il Normanno, tra XI e il XII secolo, che gli diede il nome di Fortilicium D'Agrò. Si deve infatti, a questo appellativo, il nome del nostro incantevole paese. Sono trascorsi tantissimi anni da quando il conte Ruggero lo edificò, ma il castello, maestoso, dall'alto della sua rupe a 450 metri sul livello del mare sembra voler ancora proteggerre il paese, quasi a sfidare i secoli, le intemperie e gli eventi. L'attribuzione di castello risulterebbe non veritiero, se si considera che era una fortezza e che non è mai stata residenza di famiglie nobili; infatti era un luogo di difesa e di rifugio. In uno dei terrazzamenti poggiavano gli alloggiamenti, una torre e la Chiesa del SS. Crocifisso, che dopo l'occupazione degli inglesi del 1810 fu abbandonata e di conseguenza crollò. castello Una leggenda narra che il Crocifisso rimase illeso al crollo, considerato miracoloso, fu trasferito nella cattedrale per essere meglio venerato. Nell'imbrunire della sera, quando le luci del sole al tramonto diventano soffuse, i ricordi del passato prendono il sopravvento e la fortezza sembra rivivere le gesta del passato.L'ingresso del castello è costituito da blocchi di pietra coronati dal ballatoio, con sull'architrave una scritta che ricorda la ristrutturazione del 1595 ad opera dei deputati e giurati forzesi:

FU : REDIFICATO IN
LI: 1595;PER Pho(Filippo) DI OLIVERI: SI
MONI RANERI: BERNARDO CRISAFULLI:IU
RATI: DNCO (Domenico) DI MASCALI:
DNCO GARUFI: LIXAND
RO MANO: ET MATHEO PAGANO DEPUTATI

guardiola Tra le cinta sorgono le feritoie, gli alloggiamenti per i soldati ed i resti della chiesa del Crocifisso, dalla quale svetta la torre campanaria. In uno spazio sopraelevato, vicino la chiesa, con una forma simile ad una grotta, sorge la polveriera. Una tradizione popolare asserisce che nel castello sia stata realizzata una fitta rete di passaggi segreti che potrebbero trovare conferma nelle numerose grotte presenti ai fianchi della rupe ed un tempo usate come rifugio dagli eremiti. Nel 1876 il castello perse i suoi connotati di fortezza poer essere adibito a cimitero. Infatti in questo luogo, le tombe, disposte in modo casuale, rendono l'ambiente surreale. A poca distanza dal Castello, si erge la guardiola, che svetta con la sua sagoma su un promontorio da cui lo sguardo può spaziare illimitato tra le bellezze paesaggistiche naturali, dal centro storico al mar Ionio, dall'Etna a tutta la vallata d'Agrò.

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